Eccomi

Quarta:

«Eccomi.» Così risponde Abramo quando Dio lo chiama per ordinargli di sacrificare Isacco. Ma com’è possibile per Abramo proteggere suo figlio e al tempo stesso adempiere alla richiesta di Dio? Come possiamo, nel mondo attuale, assolvere ai nostri doveri a volte contrastanti di padri, di mariti, di figli, di mogli, di madri, e restare anche fedeli a noi stessi? Ambientato a Washington nel corso di quattro, convulse settimane, Eccomi è la storia di una famiglia sull’orlo della crisi. Mentre Jacob, Julia e i loro tre figli devono fare i conti con la distanza tra la vita che desiderano e quella che si trovano a vivere, arrivano da Israele i cugini in visita, in teoria per partecipare al Bar Mitzvah del tredicenne Sam. I tradimenti coniugali veri o presunti, le frustrazioni professionali, le ribellioni e le domande esistenziali dei figli, i pensieri suicidi del nonno, la malattia del cane, anche i previsti festeggiamenti: tutto rimane in sospeso quando un forte terremoto colpisce il Medio Oriente, innescando una serie di reazioni a catena che mettono a repentaglio la sopravvivenza dello stato di Israele. Di fronte a questo scenario imprevisto, ognuno sarà costretto a confrontarsi con scelte a cui non era preparato, e a interrogarsi sul significato della parola casa. L’atteso ritorno di Jonathan Safran Foer alla narrativa dopo oltre dieci anni travolge con l’energia e l’impatto emotivo del suo libro d’esordio, confermando il talento di uno scrittore unico. Ironico e irriverente, commovente e profondo: un romanzo-mondo che affronta in una prospettiva universale i temi cari all’autore – i legami famigliari, le tragedie della Storia, l’identità ebraica – e insieme apre squarci di grande intimità. (cit. aletta anteriore)

SCHEDA TECNICA:

Titolo:

Eccomi

Titolo originale:

Here I Am

Autore:

Jonathan Safran Foer

Anno di pubblicazione:

2016

Casa Editrice:

Ugo Guanda Editore

Collana:

Narratori della Fenice

Edizione:

Quarta

Numero di pagine:

672

Genere:

Narrativa contemporanea

Ambientazione.

Washington al giorno d’oggi

Personaggi Principali:

Jacob, Julia, Sam, Max, Benjy e Tamir

Trama:

La famiglia Boch ha parecchi problemi, primo tra tutti l’indifferenza che si è venuta a creare tra i coniugi, indifferenza che li porterà all’inevitabile scelta di divorziare. Oltre a questo, il cane Argo è ormai anziano e ha problemi di incontinenza, Sam è in fase adolescenziale non vuole fare il Bar Mitzvah, Max non vede l’ora che i suoi divorzino e Benjy è ancora troppo piccolo per avere grandi problemi se non avere paura della morte e del buio.

A tutto questo si aggiunge prima l’arrivo del cugino Tamir dall’Israele col figlio per il Bar Mitzvah di Sam, poi la morte di Isaac (il nonno di Jacob che ha portato la famiglia in America durante la seconda guerra mondiale), un terremoto in Israele che porta a scontri politici e militari.

In questo clima di conflitti si parla di come Jacob, produttore di una serie tv, sia arrivato a condurre Julia tra le braccia di Mark mantenendo un certo distacco emotivo; di come Julia sognasse e facesse bozzetti, da brava architetto, di case dove c’era solo una stanza da letto e possibilmente singola; di come Sam vorrebbe poter vivere la sua vita, come fa in Other Life sul tablet in ogni occasione possibile; di come Max cerchi di fare il grande e proteggere Benjy dall’inevitabile; di come Tamir continui a stuzzicare Jacob dicendogli che non è un vero ebreo perché non ama Israele.

Continui salti tra passato e presente portano il lettore a conoscere principalmente Jacob e a vedere la sua vita fino a quella che sembra essere vicino la fine.


COMMENTO:

Quando ho letto la quarta di copertina ho pensato subito che volevo leggerlo. Una mia amica, dopo aver scoperto il mio interesse nel libro, me lo ha gentilmente prestato.

Inizialmente parte piano, ma sembra interessante, o comunque si ha la speranza di vedere un colpo di scena o che la narrazione decolli e acceleri. Invece il piattume dell’inizio arriva fino alla fine senza quasi mai travolgere il lettore.

L’autore racconta, come in un memoir, la storia della famiglia Bloch, una famiglia con così tanti problemi che sembra quasi irreale.

Lo stile dello scrittore l’ho detestato: il continuo saltare tra presente e passato senza un qualche segno, elenchi insensati che iniziano e durano per cinque righe almeno, riferimenti a sfinteri anali e parti del corpo solitamente non facenti parte di una normale narrazione in modo esageratamente patologico. Decisamente una lettura lontana dal mio gusto.

Non mi spaventano i libri con molte pagine, ma questo è stata un’agonia leggerlo. L’unico momento piacevole è stato il sermone del Rabbino al funerale di Isaac: finalmente qualcuno che facesse un discorso interessante, di un certo spessore e che dava anche qualcosa su cui riflettere al lettore. Un attimo, come un battito di farfalle, e poi si torna alla monotonia disgustosa della storia.

Carina l’idea del vocabolario contenente alcuni termini ebraici alla fine del libro, e abbastanza interessante cogliere, ogni tanto o raramente, riferimenti alla cultura ebraica.

Tirando le somme: il libro per me è un mattone, buono da mettere sotto il materasso per alzare i piedi se si hanno problemi di circolazione. Da leggere solo se si è di stomaco buono.

Auguri per la lettura.

Laura Vivaldi

Pubblicato da Laura Vivaldi

Donna. Classe 1984. Madre di 3 bambini, più un marito.